We’ll see how far they take me 2016..17..18..19.. 20.. 21.. 22.. 23.. 24..
Abbiamo deciso di partecipare a questo Trail della penisola grazie ai nostri due amici del Veneto, Nicoletta e Antonello che conoscono meglio la Sardegna di noi che ci abitiamo. Al Belvì Trail ci hanno parlato di questo Carso Trail e delle meraviglie che attraversava, ne avevo sentito parlare da Ivanoe e della sua partecipazione anni fa. Con Rossella ne parliamo decidiamo come partire se in aereo o in macchina e ci iscriviamo. Secondo voi quale è stata la decisione? Fino all’ultimo siamo rimasti indecisi e alla fine in macchina. Da Quartu a Olbia poi traghetto fino a Livorno e di nuovo in macchina fino a Venezia dove abbiamo passato una giornata fantastica tra i canali e le gondole. La sera siamo stati ospitati a casa dei nostri amici veneti a San Donà di Piave anche loro iscritti. Antonello e Nicoletta sono due persone speciali, ci hanno ospitato a casa loro e ci hanno fatto sentire come se fossimo a casa nostra. La mattina seguente l’abbiamo dedicata alla visita di San Donà, cittadina molto carina e pulita, ogni casa ha il suo giardino persino in centro. Pranziamo a casa tutti insieme e nel primo pomeriggio partiamo in direzione Turriaco punto di partenza della nostra avventura nel Carso.
Arrivati a Turriaco provincia di Monfalcone, andiamo ad assistere al briefing di prepartenza con gli organizzatori, qui ci spiegano i più grandi pericoli che incontreremo lungo il percorso percorso. A Cassegliano abbiamo preso alloggio presso il B&B Casa Sofia, non è che lo abbiamo preso noi ce lo hanno preso Nicoletta e Antonello perché è nel loro spirito far sentire a casa gli ospiti. Hanno pensato a tutto anche le soste notturne di tutti i giorni del Trail. Abbiamo avuto un po' di paura per questo, soprattutto Rossella, al suo primo Trail in terra straniera, le distanze da percorrere erano veramente lunghe. A cena decidiamo di mangiare in una Osteria a Turriaco La Roggia del Mulino, qui ho mangiato bene, cibo buono e raffinato, pietanze che non avevo mai assaggiato. Andiamo a dormire presto anche perché la sveglia suona sempre presto il giorno della partenza.
Grande sorpresa la mattina apro la macchina e trovo la ruota posteriore della mia bicicletta sgonfia. La rigonfio e per fortuna tiene. Sicuramente si deve essere stallonata durante il viaggio. Percorriamo un piccolo sentiero e in pochi minuti arriviamo al punto di partenza. Qui incontriamo un sacco di ciclisti pronti a partire. Foto di rito e alle otto e mezzo si parte in direzione la libertà. Non faccio in tempo a prendere velocita e la ruota posteriore cede di botto e un fischio mi fa capire che ho pizzicato il copertone, esce latice da tutte le parti, non ho percorso neanche due chilometri e sono già fermo, tutti mi sorpassano e in pochi minuti ci ritroviamo ultimi. Gonfio e rigonfio la ruota almeno dieci volte prima di ascoltare Rossella che mi diceva di montare la camera d’aria da subito. Il gioco è fatto e in cinque minuti siamo di nuovo in sella nel tentare di recuperare qualcuno. A Marina Julia ci fermiamo per fare colazione giusto per farci sorpassare definitivamente da tutti. Al ventiquattresimo chilometro siamo in pieno centro a Monfalcone, subito dietro la stazione centrale delle ferrovie italiane entriamo nel grande parco delle trincee della Seconda guerra mondiale, un grande parco dove sono state conservate le trincee scavate dai soldati. Un luogo un pochino triste qui morirono tantissimi uomini. Arriviamo fino all’autostrada Serenissima che attraversiamo tramite un sottopasso fino alla località Siblici. Al chilometro 33 ci fermiamo nuovamente, sosta in un piccolo ristorante sul porto turistico al villaggio dei pescatori per riempire le borracce di acqua fresca. Oggi fa molto caldo altri 3 chilometri e siamo a Duino dove ci fermiamo per una sosta pranzo a base di frutta e panini. Il nostro viaggio verso Trieste continua, in modalità lenta, molto lenta. Tale da staccarci definitivamente da tutti gli altri partecipanti. Attraversiamo Visogliano, Silvia e Ausina Cave qui sembra di stare nella zona delle cave di Orosei si trova travertino ovunque. Alterniamo fasce di bosco a piccoli paesi, nei pressi di Santa Croce ci fermiamo a riempire le borracce di acqua fresca nella fontana del cimitero, qui il tempo incomincia a cambiare e non facciamo a tempo a fermarci e metterci il paracqua che già diluvia a Prosecco siamo costretti a fermarci e metterci al riparo. Mezzora di sosta obbligata che sommata a tutte le altre ci distanzia sempre di più dai nostri amici che stanno avanti. Appena spiovuto ripartiamo, bisogna stare attenti il fondo è umido e ci apprestiamo a percorrere un sentiero dentro il bosco Burgstaller, siamo a circa 300 metri sopra il livello del mare e da un belvedere ci fermiamo a osservare Trieste. A Trebiciano ci fermiamo causa pioggia al bar la Taverna dove incontriamo un’altra pedalatrice in solitaria che sta partecipando al Trail. Basovizza è l’ultimo avamposto prima di attraversare il confine con la Slovenia. Siamo al settantesimo chilometro dalla partenza e circa le diciotto e trenta. Ci mancano ancora 30 chilometri a finire la tappa di oggi e ancora una salita di 8 chilometri con una pendenza media del dieci per cento. Mi fermo faccio due conti veloci veloci e calcolo ancora un minimo di quattro ore. Poi per Rossella è la prima notturna in assoluto e non sa come muoversi durante la notte. Non è ancora buio, il sole sta per tramontare e dentro il bosco fa buio prima. I nostri amici sono sicuramente già arrivati a destinazione e noi con calma incominciamo la nostra salita, Zirje è un piccolo borgo prima della salita. Dobbiamo raggiungere quota 800 e siamo a 380. Alcuni tratti li pedaliamo altri a piedi dove le salite si facevano impegnative. La paura più grande di Rossella era di incontrare gli orsi e dunque dovevamo fare silenzio per evitare di richiamare la loro attenzione, io invece radio a palla per farci compagnia. Ci mettiamo due ore per arrivare in cima in pieno buio sono le 22 e ancora ci mancano otto chilometri per arrivare a destinazione. Meno male tutti in discesa. In un piccolo tratto di pianura in mezzo all’erba alta Rossella cade dalla bicicletta infreddolita e con i crampi alle gambe ci riposiamo per un’altra mezzora e ripartiamo. Alle 23 e 15 arriviamo a destinazione a Gornja kosana. I venti chilometri percorsi nel bosco appartengono al parco nazionale della Vremscica. Riposiamo presso la Gostilna Spelca, gostilna è il termine in Sloveno dei nostri B&B. Chilometri percorsi 100 con 1700 metri di dislivello saliti.
Il dilemma della notte prima era uno solo, ritirarci o proseguire. Rossella era esausta, è andata a dormire senza cena. Per lei è stata durissima. La mattina appena svegliata è più agguerrita del giorno prima. Ha solo un obbiettivo finirla. Andiamo a fare una lunga colazione e alle 8 e 30 partiamo. Questa volta con più tranquillità. A Dolnja Kosana ci fermiamo al market a fare rifornimenti. Rossella e Nicoletta ripartono da sole e io e Antonello ci beviamo un buon caffè al bar adiacente al market. I primi dieci chilometri sono un misto tra pianure verdi e boschi chiusi. Ogni tanto incontriamo piccoli centri abitati dai nomi impronunciabili. A Sembije ci fermiamo a raccogliere ciliegie gentilmente concesse dal proprietario della pianta che ci porta anche la scala per salire più in alto e tagliare le più grandi. Incontriamo anche altri due pedalatori del giro padre e figlio. Nicoletta mi fa sapere che anche lui nel 2021 ha partecipato alla northcape4000. Qui salutiamo i nostri due amici, hanno un passo più spedito, diverso dal nostro. La mappa della giornata indica una salita lunga di dodici chilometri con altri sette misti prima di raggiungere il posto per il pranzo. Con molta calma affrontiamo questa salita. A metà salita durante una pausa faccio un cambio sella. La mia al posto di quella di Rossella, la trova troppo rigida e scomoda. Ripartiamo e dopo circa dieci chilometri arriviamo a Sviscaki, località turistica montana della Slovenia. Decidiamo di fermarci a pranzo. Incontriamo Antonello e Nicoletta fermi al ristorante Planinski Dom insieme al Padre e figlio Maurizio e Adam Tobaldini. Mangiamo una zuppa e maiale con crauti e ovviamente della buona birra lasko fredda. Dopo una pausa di un’ora e qualche foto ripartiamo, ancora qualche salitina e poi discesa, una lunga discesa di venti chilometri e altri otto di pianura fino a Podcerkev dove i nostri buoni amici ci hanno trovato un posto dove dormire. Chilometri percorsi 70 con 1500 metri di dislivello positivo.
Sono le otto e si può partire, dobbiamo rientrare in traccia e dunque ripercorriamo i due chilometri e mezzo che ieri abbiamo fatto per recarci all’alloggio. Pedaliamo circa venti chilometri in pano attraversando la regione del lago fantasma di Cerknisko Jezero. Un lago che si forma soltanto durante i periodi piovosi e che durante il periodo estivo si asciuga. Noi stiamo percorrendo questi sentieri in un periodo semi asciutto e dunque lo troviamo semi vuoto. Gli sciami di zanzare e i moscerini sono l’elemento di disturbo maggiore in questo punto. Questa partenza dolce in pianura finisce nei pressi del centro abitato di Martinjak dove ci fermiamo per osservare una cicogna nel suo nido. Da questo momento sono dolori una salita di 500 metri di dislivello e lunga solo dieci chilometri ci porta in quota. Ci troviamo nel parco regionale Notranjska, la percorriamo parte in sella e parte a piedi. Non abbiamo fretta siamo nei tempi, l’unica cosa e che non abbiamo fatto colazione e abbiamo fame, a fine discesa troviamo un centro abitato, controllo sulla mappa e scopro che ci troviamo a Cerknica. Qui ci fermiamo al primo bar che troviamo per mangiare e bere qualcosa. Quaranta minuti di pausa dopo trentacinque chilometri percorsi. Ripartiamo carichi di energia e pedalata dopo pedalata e dopo aver percorso un lungo tratto di foresta arriviamo nei pressi di Logatec. Mi fermo e guardo sulla mappa, sono alla ricerca di punti di ristoro, trovo una pizzeria che a questora del pomeriggio è ancora aperta. Piccola deviazione e ci troviamo seduti al tavolo a bere birra e mangiare pizza. Un’ora di pausa pranzo meritata nelle ore più calde della giornata. Parliamo del più e del meno con i nostri compagni di viaggio, io e Antonello studiamo il restante percorso, di quanti chilometri mancano alla fine, delle montagne che avremo trovato e del dislivello ancora da fare e da lì dopo pareri contrastanti parte la scommessa. Una birra è il premio finale in caso di vittoria. C’è ancora tanto da fare siamo a poco più di metà percorso e alle 15 si riparte con molta calma siamo di nuovo in sella. Incontriamo lungo il percorso alcuni piccoli caratteristici centri abitati. A hotedrsica si rompe il secondo raggio della ruota posteriore. La cosa mi preoccupa, mancano ancora 30 chilometri circa all’arrivo di giornata e di salita ne devo ancora fare tanta. Dobbiamo pedalare in fretta. Col è il nome del paese dove dobbiamo dormire. I nostri amici sono davanti non sappiamo di preciso dove. Ogni tanto incrociamo qualche altro partecipante della manifestazione. Rossella sembra serena e tranquilla. Ormai ci ha preso la gamba e sa che dopo ogni lunga salita c’è una breve discesa, anche se lunga sembra comunque breve perché a cambiare è la velocità. Arriviamo a Col che sono le nove i nostri amici Antonello e Nicoletta sono già seduti a tavola e ci aspettano. Appena ci sediamo a tavolo pago pegno e una bella birra arriva tra le mani di Antonello. Ho perso la scommessa. Al centro del paese c’è anche una festa ma non ci andiamo talmente siamo stanchi. Andiamo a dormire.
Ultimi commenti
04.11 | 08:15
Quest'anno avrei intenzione di provarci anche io visto che, cosa non da poco si parte da Torino la mia città, magari potrai darmi qualche consiglio......
04.11 | 08:11
ciao Michele lo vorrei fare in modo lento, hai qualche traccia gpx ?
04.11 | 08:10
Vorrei farlo nel 2023... hai qualche consiglio da darmi... ho una bici gravel e vorrei farlo con le borse laterali, forse sono troppo pesanti ? non vorrei portare la tenda, sarebbe meglio b&b
04.11 | 08:06
L'ho fatto due volte, nel 2019 con un viaggio lento mentre nel 2021 con un viaggio veloce. Devo dire la verità ho preferito il lento anche se non ho raggiunto l'obbiettivo
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