We’ll see how far they take me 2016..17..18..19.. 20.. 21.. 22.. 23.. 24..
ORIENTANDO 2016
Lo studio di questa avventura non dura molto, conosco gran parte del percorso perchè girato in macchina centinaia di volte ma mai in bicicletta. Decido di effettuare questo giro già qualche mese prima.
Leggo vari post in rete e opto per l’acquisto di un carrello monoruota, forse meno stabile ma sicuramente anche meno ingombrante. Di suo non è tanto pesante, giusto otto chili con un carico massimo di trenta chili, da parte mia cerco di portarmi dietro il minimo indispensabile.
Nel borsone metto la tenda, senza la parte esterna impermeabile, il sacco a pelo, il materassino, due completini da ciclismo estivi più giacchino invernale, un paio di scarpe, il cambio per uscire la sera nel tempo libero, cambi vari per la bicicletta, integratori, acqua e qualche scatoletta di cibo. La data della partenza è fissata per la prima parte del mese di luglio ma per problemi lavorativi è posticipata di una settimana.
1^ giorno.
Finalmente si parte, la mia prima esperienza in solitaria sta per iniziare, sveglia è puntata presto perchè si parte con il fresco, ma i soliti intoppi della prima uscita mi costringono a rinviare. La paura mi mette alla prova, tuttavia dopo qualche ora di riflessione mi riempio lo stomaco e sparto. Imbocco la provinciale 17 direzione Villasimius, il carico che mi porto dietro si fa sentire già dalle prime salite ma con molta calma e tanta forza di volontà come nulla arrivo a Solanas, accuso il carico del carrello nei primi tornantini all’uscita del paese, in direzione capo Boi. Scendo dalla bici per controllare la pressione delle gomme, nel dubbio di aver forato, tutto regolare le pressioni sono ok, salto su riparto e piano piano scollino, da qui in poi tutto sarà più facile, dolci saliscendi mi faranno compagnia fino alla spiaggia di Simius. È presto e si può continuare in direzione Costa Rei. Superata Cala Pira, lungo la SP18, le gambe incominciano a vacillare e i crampi mi assalgono ma non mollo fino al campeggio di Capo Ferrato. Arrivo alle 21 e ci resto tutta la notte, i chilometri totali sono 56. Riesco a malapena a trascinare la bicicletta, le gambe sono due pezzi di legno che decidono di non rispondere ai miei ordini, ma le ultime gocce di adrenalina mi permettono di montare la tenda, sistemare la bici e via a cena in ristorante, e poi a nanna la mattina presto si riparte.
2^ giorno.
Attraversato il centro abitato di Costa Rei, dopo qualche chilometro si incomincia con un piccolo sterrato nei pressi del promontorio di capo Ferrato, non ero sicuro della tenuta del carrello ma si comporta egregiamente. A venti chilometri dalla partenza i primi cedimenti fisici si ripresentano, decido di non esagerare e mi fermo nella spiaggia di San Giovanni dove ne approfitto per un bagno rinfrescante e un pranzo rigenerante ai quali aggiungo una bella birra Ichnusa fresca.
Il cibo e il luppolo aiutano a dimenticare e a prendere nuove decisioni, si riparte senza crampi e con molta calma raggiungo il campeggio di Porto Corallo, i chilometri percorsi sono circa 45 chilometri, pochini ma più che sufficienti. Passo il lento pomeriggio libero a rilassarmi di fronte al mare e decidere se continuare o tornare indietro. Già, decidere se mollare o andare avanti. L’obiettivo Olbia mi sembra così lontano e ancora non avevo affrontato grosse salite. Genna Crexia e Genna Silana mi aspettavano per mettermi alla prova e io dubitavo di farcela. La cena in ristorante con una bella pizza e buona birretta, mi conciliano il sonno, si va a letto.
3^ giorno.
Al risveglio del terzo giorno decido di continuare, non posso fermarmi che figura avrei fatto rientrando dopo due giorni, la testardaggine e la determinazione hanno la meglio e parto.
Dopo essermi lasciato il campeggio alle spalle imbocco la SS125, che non abbandonerò più fino alla fine, trenta chilometri di passione, sudore e sole sardo a picco.
Mi fermo, sì, mi fermo all'ombra di una quercia, sono nei pressi di Tertenia, mentre sul lato opposto viaggia un cicloturista bergamasco. Chiacchieriamo per circa un’ora, del più e del meno, ci scambiamo consigli e io, che sono alla mia prima uscita e non ci capisco nulla, faccio lo sborone e mi fingo super esperto. Quasi riusciamo a brevettare un congegno per raffreddare l’acqua della borraccia quando si scalda troppo. Un’ora dove Gabriele mi dà mille consigli sulla postura da mantenere in sella, sul cosa fare quando sento che sto per mollare, sul come far passare i crampi senza mai scendere dalla bici.
Gabriele, cicloviaggiatore in solitaria, ha come obiettivo quello di girare tutta l’Italia toccando le cima più alta di ogni regione. Il giorno del nostro incontro andava verso Cagliari dopo esser stato su punta la Marmora. Riparto e chilometro dopo chilometro raggiungo Genna Crexia dove mi fermo per la pausa pranzo. Ristorato e riposato riparto direzione Marina di Cea per un bagno rinfrescante.
Macino asfalto e con tutti quei consigli che mi ronzano per la testa le forze sembrano non mancare mai, finalmente con una lenta pedalata arrivo a Santa Maria Navarrese. I chilometri finali sono 90. B&B, cena, birretta.
4^ giorno.
Giornata di riposo. Decido di visitare il Golfo di Orosei a bordo di una barca e fare il giro delle calette. Il tour prevede soste a Cala Goloritzè, Cala Mariolu, Grotta del Fico, Cala Sisine, Cala Luna e grotte del Bue Marino. Tra le tante soste, a Cala Mariolu decido di effettuare un’immersione con le bombole per ammirarne il fondale. La stagione turistica ormai è partita e le calette sono superaffollate di turisti. Per cercare un attimo di tranquillità e di refrigerio verso l’ora di pranzo decido di partecipare all’escursione alle grotte del Bue Marino. Rientro in porto in serata. Cena, gelato e subito a letto.
5^ giorno.
Come ogni giro che si rispetti, una tappa di montagna bisogna farla. Questa è da considerarsi tale. Da Santa Maria a Baunei in dieci chilometri si sale a quota 600. Ma non solo, continuando e superato il centro abitato di Urzule si costeggia tutto il Supramonte fino al passo più alto della SS125.
Ricordo la sosta al ristorante Babbai lungo la strada per Genna Silana subito dopo il bivio per Urzulei, la mangiata di primo, secondo, dolce e due birre da 66, stupiscono il proprietario che per sfida mi offre due bicchierini di grappa alla genziana che io non rifiuto.
Ricordatevi: mai rifiutare le offerte di roba da bere in Sardegna!!!😂😂. Verso le 15 del pomeriggio riparto, il sole si fa sentire ma il continuo salire di quota aiuta con una brezzolina di aria fresca. Si attraversano boschi interminabili di leccette fino a quando la vegetazione diventa sempre più bassa fino al passo di Genna Silana 1017 metri sopra il livello del mare.
È il momento più bello del giro fino a quel momento, la felicità provata è tantissima, 1800 metri di dislivello in 41 dalla partenza. Pausa per bere un po’ di acqua calda e si riparte, direzione Orosei. La discesa sarà lunga, almeno fino a Dorgali, poi si cambia e un continuo saliscendi mi accompagna fino alle grandissime cave di Orosei da dove si estrae il famosissimo marmo bianco di Orosei o biancone.
Arrivato in centro opto per il B&B e una cena in centro storico per festeggiare l’impresa.
Chilometri totali 82 e 2400 metri il dislivello positivo.
6^ giorno.
Si parte con calma, il peggio è passato le grandi salite sono finite, mi metto in marcia, ma non avevo ancora fatto i conti con il vento.
Il vento? Ebbene sì, il maestrale, vento dominante in Sardegna, quel vento che spazza la Sardegna da nord a sud per giorni e giorni, portando ogni particella di inquinamento via dalla nostra terra. Ammetto che preferivo nettamente le salite perché il maestrale è un vento forte e rafficato e lo senti in ogni muscolo. Pedalo tranquillamente senza grossi intoppi, mi fermo un’ora a pranzo a La Caletta ma il mare ma non mi attira. Riparto e dopo qualche chilometro mi fermo ad ascoltare il canto dei grilli. Il percorso continua verso Tanaunella dove trovo una campeggio abbastanza tranquillo e isolato dove posso anche mangiare e comprare alcuni generi di conforto. È il 14 di luglio è vado a letto con un po’ di paura, mi addormento con in lontananza il rumore dei tuoni. Buonanotte.
7^ giorno.
La mattina mi sveglia una gocciolina d’acqua che si infiltra dal tetto della tenda. Fuori piove, aspetto un pochino che smetta, mi alzo per fare colazione, smonto tutto e riparto. Direzione Olbia la meta finale. Mi fermo a Porto Taverna per il pranzo sulla spiaggia. Olbia è dietro le mie spalle e l’obiettivo è raggiunto. Arrivo in città verso le 17 e non soddisfatto decido di continuare e andare verso Porto Rotondo dove giunto nei pressi di Cugnana mi fermo a dormire in campeggio.
8^ giorno.
Ho deciso vado a la Maddalena, percorro tutta la costiera verso San Pantaleo. Ho un ricordo di anni fa, quando ero militare a La Maddalena, andare in bici a San Pantaleo era solo per ciclisti esperti. Mi fermo per qualche foto, è presto per mangiare e decido di proseguire verso Arzachena. Mi fermo per mangiare un bel piatto di spaghetti, un bel bicchiere di vino nero, dolce e caffè. Riparto in direzione Palau, decido di andare a visitare la Fortezza di Monte Altura ma trovo tutto chiuso. Scendo al porto e mi imbarco subito sul traghetto per La Maddalena. La cosa curiosa è che mentre aspetto per l’imbarco in fila ho incontrato il mio amico e collega Pietro che andava in vacanza sull’isola. Arrivo prenoto un albergo in centro, sgancio il carrello e subito a Caprera a fare un giro. Cena in centro giretto e a nanna.
9^ giorno.
È stato un giorno di intensa carica emotiva, 14 anni dopo sono rientrato al Circolo Ufficiali in veste di visitatore speciale, nel 2001 ricoprivo la carica di responsabile di vinicola e bar. Vengo accolto dal Comandante Leopoldo Bellucci ormai in pensione e mio carissimo amico, la vita a voluto che anni dopo incontrassi nel mio attuale lavoro il figlio, Filippo. Ho passato mezza mattina in sua compagnia e in compagnia di tanti altri miei ex colleghi in pensione. Ho incontrato in giro per l’isola anche colleghi ancora in servizio, Michelino per esempio. Comunque ne ho approfittato per andare a Caprera, a visitare Stagnali, porto Palma, la cala del relitto, punta rossa e le vecchie batterie, batteria Poggio rasu, il nuovo memoriale a Garibaldi nella vecchia Batteria Arbuticci riportata agli antichi splendori. Continuo il giro lungo la costa fino ad arrivare a cala Napoletana, quella che io ritengo essere la cala più affascinante di tutto l’arcipelago, ci rimango fino al tramonto, accendo il faretto e riparto arrivo in centro ormai a notte fonda, mi cambio e vado a cena. Il giro dell’isola madre rinviato a data da destinare. Il giorno seguente piccolo giro verso le scuole e il vecchio arsenale, traghetto, Palau pullman e rientro a Cagliari.
OBBIETTIVO RAGGIUNTO
Ultimi commenti
04.11 | 08:15
Quest'anno avrei intenzione di provarci anche io visto che, cosa non da poco si parte da Torino la mia città, magari potrai darmi qualche consiglio......
04.11 | 08:11
ciao Michele lo vorrei fare in modo lento, hai qualche traccia gpx ?
04.11 | 08:10
Vorrei farlo nel 2023... hai qualche consiglio da darmi... ho una bici gravel e vorrei farlo con le borse laterali, forse sono troppo pesanti ? non vorrei portare la tenda, sarebbe meglio b&b
04.11 | 08:06
L'ho fatto due volte, nel 2019 con un viaggio lento mentre nel 2021 con un viaggio veloce. Devo dire la verità ho preferito il lento anche se non ho raggiunto l'obbiettivo
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