Decidiamo di fare qualcosa di bello per quest’estate che sta finendo, bisogna partire il prima possibile, questa pandemia ci sta logorando le ossa, tra un po' si cambierà nuovamente colore e le restrizioni per andare da una regione all’altra cambieranno di nuovo. Qui da noi in Sardegna i casi di covid stanno salendo tantissimo, purtroppo abbiamo la sfortuna fortuna di abitare in una delle isole più belle al mondo, i turisti arrivano da tutte le parti con pochi controlli. Già a giugno con Rossella avevamo pensato a questo viaggio ma non sapevamo se farlo a piedi o in bicicletta. Secondo voi com’è andata a finire? Abbiamo fatto dei trekking per testare le gambe sulle lunghe distanze e poi delle prove sulle due ruote e come decisione finale si è convenuto che le gambe dovranno vedersela con i pedali della bicicletta. Non vi ho ancora detto dove! La scelta è stata difficile, dovevamo trovare un qualcosa che non fosse troppo affollato. Risultato il cammino Jacopeo d’Anaunia in Trentino.

TRENTINO 2020

Sanzeno - Senale San Felice (21 km - 700 D+)

Carichiamo le biciclette in macchina e partiamo da Olbia in direzione Livorno. Arriviamo la mattina del 24 agosto al porto di Livorno, imbocchiamo subito l’autostrada direzione Bologna dove passiamo la notte. La mattina seguente partiamo in direzione Trento. Stimiamo l’arrivo per l’ora di pranzo. Arrivati a Trento facciamo un giro turistico della città e in Piazza Dante ne approfittiamo per un pranzo leggero prima della partenza. Mancano ancora circa 40 chilometri al punto di partenza. Arriviamo a Sanzeno alle tre del pomeriggio, montiamo le bicilette, compriamo le ultime cose al market prima della partenza e via. Non sarà un cammino semplice, gli organizzatori mi dicevano che in bicicletta nessuno ci aveva mai provato e che in alcuni tratti sarebbe stato molto difficile. Già qualche chilometro dopo la partenza saltiamo il sentiero che porta al Santuario di San Romedio perché impraticabile in bicicletta. Otto chilometri di leggera salita ci portano fino a Romeno dove visitiamo la chiesa di San Bartolomeo, qualche foto e si riparte, percorriamo principalmente sentieri in aperta campagna immersi in giganteschi campi coltivati a meleti. Siamo a quota 900 metri sopra il livello del mare, l’aria è frizzante e incominciamo a sentire fresco ma è piacevole. Fino a Fondo troviamo pianura poi ricomincia una leggera salita in alcuni punti impegnativa immersa nel bosco fino a Tret dove ci fermiamo alla ricerca di un posto dove passare la notte. Troviamo alloggio in una bettola a Senale San Felice dove ci consentono di conservare le biciclette al chiuso. La cena la facciamo a base di prodotti tipici locali in un piccolo ristorante italo tedesco chiamato Hofschank Kofele.

Senale San Felice - Lanza (26 km - 830 D+)

Ci svegliamo con calma e alle nove andiamo a fare colazione nel ristorante della bettola dove abbiamo dormito. Il tempo anche oggi è buono il cielo è sereno e la temperatura è intorno ai 15 gradi. Alle dieci e un quarto usciamo e ci dirigiamo verso San Felice, piccolo borgo dai balconi addobbati con gerani coloratissimi. Siamo in piena Val di Non che insieme a Senale fanno comune a sé. Alcuni falsipiani ci portano verso una pittoresca chiesa, molto carina dedicata a San Cristoforo patrono dei viaggiatori. Qui ci fermiamo alcuni minuti ad ammirare il panorama, gli unici rumori che sentiamo sono i campanacci delle mucche. Riprendiamo il nostro cammino verso Senale dove arriviamo in pieno centro e facciamo sosta nei pressi del Santuario della Madonna di Senale. La ripartenza è un lungo discesone fino all’imboccatura del sentiero di Lauregno, sentiero molto impegnativo da fare in bicicletta, qui il percorso diventa una tortura, alcune frane hanno modificato il tracciato del sentiero di partenza e di conseguenza piccoli tornantini con tantissimo dislivello provano le forze di Rossella e anche le mie. Ci fermiamo in mezzo al bosco in un immenso prato verde per uno spuntino. Lungo il sentiero notiamo che nel sottobosco crescono una miriade di porcini, ne raccogliamo uno e lo portiamo in giro con noi, ha un profumo incredibile. A Lauregno il fermiamo per una pausa pranzo fuori orario, sono le tre del pomeriggio e il bar Stern ci delizia il palato con un tagliere di salumi e verdure sott’olio locali. Dopo l’avventura appena finita nel bosco decidiamo di abbandonare definitivamente il tracciato del cammino Jacopeo e continuare il nostro giro raggiungendo tutti i paesi del cammino su strada asfaltata. Pedaliamo ancora per circa dieci chilometri passando per Rumo, Marcena, Corte Superiore e Lanza dove troviamo alloggio in un B&B.

Chiesa di San Felice
Chiesa di San Felice
Chiesa di San Cristoforo
Chiesa di San Cristoforo
la Prateria
la Prateria
Il bosco
Il bosco

Lanza - Madonna di Campiglio (45 km - 1117 D+)

Ho ribattezzato il B&B con il nome Le Mosche, la sala colazioni era strapiena di mosche, non abbiamo mangiato praticamente nulla, siamo scapati alla ricerca di un bar per fare colazione. Orario di partenza sempre verso le 10 e un quarto, temperatura buona meglio di ieri, 18 gradi. Abbiamo fatto girare comunque le gambe per tenerle calde, 12 chilometri di discesa ci portano fino all’imboccatura sul lago di Santa Giustina la dove il torrente Noce si immette sul lago. Percorriamo la SS42 in direzione Val di Sol, anche qui le mele fanno da sfondo al nostro sguardo. Incontriamo una serie di borghi lungo il tracciato la prima Tozzaga, poi Caldes, Terzolas, Malè dove ci fermiamo a pranzo. Qui decidiamo di fare una variante, salire a Madonna di Campiglio per la notte. Non sarà facile, la strada è molto impegnativa, la bicicletta di Rossella non è adatta, la mia di contro è stracarica di bagagli. Ci proviamo ugualmente, a ogni fine tornante pausa di riflessione, ma non molliamo, abbiamo guadagnato quota grazie ai dieci tornanti ma la salita non è ancora finita, ci fermiamo a Folgarida per una pausa acqua e gelato. Ripartiamo e la salita continua imperterrita a salire verso le nuvole. Dopo sedici chilometri dall’inizio della salita da Dimaro e 1000 metri di dislivello arriviamo a Campo Carlo Magno e a seguire dopo cinque di discesa arriviamo all’Hotel la Montanara.

Siamo in alto
Siamo in alto
Salendone
Salendone

Madonna di Campiglio - Cles (39 km - 370 D+)

La mattina finalmente una lunga colazione a base di prodotti della montagna, Madonna di Campiglio è proprio bella, immagino come deve essere in inverno. È già molto fresca adesso. Decidiamo di restare ancora un pochino qui, tanto al prossimo paese manca davvero poco non in distanza ma quanto in tanta discesa. Decidiamo di farci un giro in cabinovia, perlomeno io decido e obbligo Rossella a salirci. Era tanto impaurita che per un bel tratto a tenuto gli occhi chiusi. Arrivati in cima abbiamo mangiato qualcosa la punto di ristoro dello Chalet Fiat. Guardiamo il panorama e via verso valle. Andiamo in hotel, recuperiamo le biciclette e alle 12 e 30 partiamo. Circa tre chilometri di leggera salita ci riportano a Campo Carlo Magno e poi discesa ripidissima che affrontiamo a velocità sostenuta picco massimo 55 chilometri orari. Arrivati a Dimaro imbocchiamo la ciclabile della Val di Sol che corre lungo il Torrente Noce, qui incontriamo asinelli e capre, strani esseri viventi che si lanciano ad altissima velocità su dei gommoni lungo il torrente, diciassette chilometri di leggera discesa fino al ponte Cis-Livo. Qui la ciclabile finisce e prendiamo la SS43 che ci porta dopo qualche chilometro a Cles. Troviamo alloggio presso l’Albergo Cles, hanno un garage al chiuso per le biciclette. Facciamo un giro per le vie del paese e all’ora di cena andiamo al ristorante Flamingo.

Cabinovia Spinale
Cabinovia Spinale
Rossella e Asen
Rossella e Asen
Caora
Caora

Cles - Sanzeno (37 km - 780 D+)

Il risveglio di oggi è particolare, arriviamo in sala colazioni e Rossella mi fa una sorpresa, una cameriera entra in sala con una torta e due candele sopra. Oggi è il mio quarantaquattresimo compleanno. La giornata oggi è uggiosa, la temperatura nella notte è scesa dopo la pioggia. Siamo indecisi se andare direttamente la punto di partenza o sfruttare la giornata intera per andare a vedere ancora qualcosa. Ieri sera Rossella è andata dal parrucchiere e le hanno consigliato di andare a vedere il Lago di Tovel. Partiamo intorno alle undici, sei chilometri di leggera discesa ci portano fino a Tuenno da qui una salita lungo il torrente Tresenica di circa dieci chilometri ci porta da quota seicento a quota milleduecento metri. Una pioggia battente ci accompagna per buana parte della salita fino al lago, in alcuni tratti molto pendenti scendo e spingo la bicicletta, mentre Rossella riesce a farli tutti in sella. Lo spettacolo a cui assistiamo al momento dell’arrivo al lago nonostante la pioggia è stupendo. I colori dell’acqua nonostante il cielo grigio sono favolosi, tutte le tonalità dal verde all’azzurro sono presenti. Decidiamo di fermarci a pranzo presso lo Chalet Tovel perché sta diluviando. La pioggia continua per ore a scendere, chiediamo nell’alloggio se c’è posto ma nulla di fatto. Ci togliamo tutti i vestiti bagnati e ci rivestiamo con abbigliamento asciutto. Mettiamo kway e pantaloni impermeabili e partiamo. Fino a Tuenno la pioggia è incessante a Tassullo smette per poi riprendere a Dermulo fino al punto dove siamo partiti cinque giorni fa. A Sanzeno ci ricambiamo, smontiamo le biciclette, le carichiamo in macchina e ripartiamo direzione Trento dove ceniamo e passiamo la notte all’Hotel NH Trento.

I chilometri percorsi in questi cinque giorni sono 168 e il dislivello accumulato durante questo cicloviaggio sono 3800 metri. 

Ultimi commenti

04.11 | 08:15

Quest'anno avrei intenzione di provarci anche io visto che, cosa non da poco si parte da Torino la mia città, magari potrai darmi qualche consiglio......

04.11 | 08:11

ciao Michele lo vorrei fare in modo lento, hai qualche traccia gpx ?

04.11 | 08:10

Vorrei farlo nel 2023... hai qualche consiglio da darmi... ho una bici gravel e vorrei farlo con le borse laterali, forse sono troppo pesanti ? non vorrei portare la tenda, sarebbe meglio b&b

04.11 | 08:06

L'ho fatto due volte, nel 2019 con un viaggio lento mentre nel 2021 con un viaggio veloce. Devo dire la verità ho preferito il lento anche se non ho raggiunto l'obbiettivo

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